Comunicare Valore con lo Storytelling

COMUNICARE IL VALORE

Come il Branding si serve dello Storytelling

Se sei un Imprenditore o un Operatore di Marketing sai bene che nel Mercato occorre DISTINGUERSI e che per farlo occorre sapere a chi ti vuoi rivolgere e cioè:
– conoscere qual è il tuo cliente ideale (o “Persona” o “Avatar”)
– utilizzare il suo linguaggio
– conoscere il suo problema
– fornirgli la tua soluzione

Per questo occorre COMUNICARE IL VALORE della tua attività e cioè:
– qual è la tua competenza
– perché devono rivolgersi a te
– cosa hai di diverso rispetto agli altri

Gli anglofoni lo chiamano BRANDING: cioè COMUNICARE IL VALORE.
Studi scientifici approfonditi – si veda, ad esempio, quest’illuminante articolo con questa bellissima infografica – hanno dimostrato che il modo migliore di coinvolgere i clienti è Raccontare loro una Storia utilizzando la Tecnica Narrativa.

“Fondamentalmente, se leggiamo una relazione o assistiamo ad una presentazione di PowerPoint con argomenti noiosi, attiviamo solo due aree del nostro cervello. Gli scienziati le chiamano l’area di Broca e l’area di Wernicke. Nel complesso, le informazioni raggiungono le nostre parti di elaborazione del linguaggio nel cervello, dove decodifichiamo le parole in significato e questo è tutto, non succede nient’altro.

Tuttavia, quando ci viene raccontata una storia, le cose cambiano drasticamente. Non solo sono attivate le aree di apprendimento del linguaggio delle parti cerebrali nel nostro cervello, ma fino a sette regioni sfrigolano di luce ed attività.
Se qualcuno ci parla di una grande canzone che ha ascoltato alla radio, la nostra corteccia uditiva si attiva. Se si tratta di movimento, la nostra corteccia motoria s’innesca.
Se invece scrivi una storia di un cantante che aveva una voce roca e mani coriacee che stringevano forte il microfono non abbiamo solo un’immagine mentale: stiamo praticamente vivendo la storia.
C’è vera scienza in questo. Alcuni ricercatori in Spagna hanno scoperto che la narrativa è infinitamente più potente di semplici messaggi o fatti.

La scienza cognitiva ha a lungo riconosciuto la narrativa come principio organizzativo di base della memoria. Sin dalla prima infanzia, ci raccontiamo storie sulle nostre azioni ed esperienze. L’accuratezza non è l’obiettivo principale: la coerenza lo è. Se necessario, le nostre menti inventeranno cose che non sono mai accadute semplicemente per tenere insieme la narrazione.

Le storie personali e coinvolgenti dal punto di vista emotivo coinvolgono più parti del cervello e quindi sono meglio ricordate, che semplicemente affermare una serie di fatti”.
(JGR Communications, “The real science of how the storytelling affects the brain”, 21.3.2016).

Ecco, invece, quali sono gli snodi attraverso i quali deve svolgersi la storia per coinvolgere chi ci ascolta.
Come si può osservare, gli studi moderni non fanno altro che confermare che i metodi utilizzati dai nostri avi per trasmetterci la cultura e la morale sono sempre validi: il racconto, che oggi può essere sotto forma di video, o di un film, continua ad essere un’esperienza coinvolgente, appassionante, che ci rimane nella memoria e molto spesso può spingerci ad agire.

Bibliografia essenziale
Luisa Carrada, «Il mestiere di scrivere», Apogeo, Milano
Andrea Fontana, «Storytelling d’impresa», Hoepli, Milano
Alessandra Cosso, “Raccontarsela”, Lupetti, Milano
M. Sykes, A.N. Malik,  D. West «Storytelling & Visual Design» John Wiley & Sons Ltd. Pubblications – Edizioni FAG, Milano